San Marino vista con la Brigata Mai 1 Gioia. Cosa vuol dire tifare per una squadra che non segna mai (almeno finora)

Andare a San Marino a vedere la Nazionale di casa. Per la Brigata Mai 1 Gioia e i TCS significa principalmente stare bene. L’abbiamo fatto anche noi.

Come ricorderete, noi Malati di Geografia siamo stati a San Marino nel mese di novembre a vedere la penultima partita di Uefa Nations League, che la nazionale di casa ha giocato contro la Moldavia.
Di quella sera abbiamo raccolto tanto materiale, tra cui due o tre cose della Brigata Mai 1 Gioia, il gruppo di ragazzi “stranieri” che si sono appassionati alla nazionale del Titano e hanno deciso di andare a vedere ogni partita casalinga di San Marino, raggiungendo lo stadio olimpico di Serravalle, o meglio San Marino Stadium, da ogni parte della Romagna.
A coordinare il gruppo Massimo Visemoli, che nell’intervista ci corregge subito quando lo qualifichiamo come “capo ultrà”.

“Noi non siamo ultrà. Siamo partiti per scherzo e piano piano abbiamo cominciato a trovare gente interessata alla cosa”.

La storia della Brigata Mai 1 Gioia comincia nel 2013 e incuriosisce via via un po’ di gente, che comincia a voler capire cosa spinge questi scalmanati a voler andare a vedere una nazionale che non vince e non segna mai. Almeno finora è stato così, perché negli anni di attività della Brigata, Visemoli & Co. hanno visto due pareggi (uno della nazionale maggiore con l’Estonia e uno dell’under 21 con la Finlandia, entrambi nel 2014).
Mai 1 gioia, ma anche mai un gol, visto che in tutte le partite del San Marino a Serravalle, la nazionale non ha segnato mai una rete.
Eppure, tutto questo passa in secondo piano. Sulla sciarpa che loro vendono per fare autofinanziamento c’è scritto: “Se non tifi per noi quando perdiamo, non tifare per noi quando vinciamo”, dove quando vinciamo è eloquentemente barrato di rosso.
È la nemesi del detto decoubertiniano, l’incarnazione dello spirito olimpico: la Brigata Mai 1 Gioia partecipa e vince sempre. Loro ci sono.

Se non tifi per noi quando perdiamo, non tifare per noi quando vinciamo

Ci sono anche in trasferta, qualche volta. Li abbiamo seguiti da lontano a Empoli quando l’Italia batté San Marino per 8-0; sono andati a Belfast nel 2016 a vedere Irlanda del Nord-San Marino, finita 4-0, ma chi se ne frega. Vuoi mettere una giornata in gita a Belfast e tornare a casa soddisfatti come dei bambini? (A proposito, i nordirlandesi hanno ricambiato e si sono presentati in diecimila a Serravalle).

Capita anche di dover far fronte a situazioni imbarazzanti?, spiacevoli?, non sappiamo come definirle. Ci limitiamo a raccontarla.
Lo scorso settembre Visemoli è stato accerchiato da una decina di soggetti, nella giornata della partita fra San Marino e Lussemburgo. Per fortuna gli hanno solo rubato lo striscione della Brigata e la cosa è finita lì. Si sono anche vantati di averlo fatto su un post della pagina Facebook GruppaOF.
La cosa più bella è che i ragazzi della Brigata hanno fatto rifare lo striscione all’insaputa di Visemoli, che l’ha ritrovato in bella mostra prima di San Marino-Moldavia.

A seguire la nazionale ci sono anche i Tifosi Corretti Sambuca, che si chiamano così perché pare che a San Marino insultare l’arbitro equivalga a ricevere una multa. Allora loro si sono riproposti di essere dei tifosi corretti, passando però prima dal bar a prendere una sambuca.
C’è una bella intervista a questi ragazzi su “Siamo sente che sta male” (ed. Fabio Belli), un libro uscito nel 2016 che si lancia “alla scoperta del calcio a San Marino” e nella quale si può leggere uno spaccato di tifo genuino per un calcio che è sì ufficiale e fatto di cerimoniali e riti burocratici, ma che rimane pur sempre nei limiti della passione paesana, fatta di battute e vicinanza “dilettantistica” alla propria squadra del cuore.