Campione d'Italia (foto Daniele Dei)

Campione d'Italia (foto Daniele Dei)

Campione d’Italia: un villaggio di Asterix… dentro la Svizzera!

Una città inclusa dentro la Svizzera ha le auto della polizia locale lombarda con la targa del Canton Ticino. Perché? Un articolo di Daniele Dei.

Di tutte le exclavi analizzate da Malati di Geografia, ce n’è una effettivamente molto bizzarra: l’unico Comune italiano completamente circondato da uno stato estero: la Svizzera. Ci siamo chiesti: come è possibile che, ancora oggi, la cittadina di Campione d’Italia sia parte della provincia di Como e non del Canton Ticino? La curiosità è davvero forte anche per una serie di particolarità che non possono sfuggire al geografo più accanito. Per esempio: le auto della polizia locale, con la classica livrea bianco verde della Regione Lombardia, hanno le targhe svizzere! E persino i cartelli stradali hanno per la maggior parte dei casi la grafica di quelli italiani ma… Alcuni sono proprio uguali agli altri che si vedono nel Canton Ticino. E ancora: il codice postale è doppio (c’è quello italiano e quello svizzero) e la moneta corrente è il franco svizzero. Qualcosa non torna…

La storia

Come sempre accade in caso di confini bizzarri, tocca risalire addirittura al 777 quando Totone da Campione, proprietario di alcuni terreni attorno alla locale basilica di San Zenone, nominò come erede la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. E da allora questo spicchio di terra è sempre stato di pertinenza lombarda. Questo status è rimasto intatto anche quando Lugano e gli altri paesi dirimpettai diventano parte della confederazione elvetica. Il passaggio alla provincia di Como avvenne con il regno Lombardo Veneto a seguito delle vicende napoleoniche e il Congresso di Vienna, durante il quale la Svizzera tentò invano di prendersi questo paese.

Un presente turbolento

Sembra un po’ il villaggio di Asterix con l’impero romano: stavolta però ci sono come abbiamo detto dei forti scambi. Per esempio, a Campione l’IVA adottata, secondo gli accordi con la Svizzera, è quella al 7% del Paese elvetico e i cittadini locali, grazie a una convenzione del 2011, sono a tutti gli effetti paragonati ai loro confinanti per i diritti a loro concessi, come ad esempio quelli allo studio e alle prestazioni sanitarie. Quindi: siamo in Italia de iure ma… de facto le cose sono molto diverse. E dopo il fallimento del casinò è i gravi problemi economici che sta vivendo l’amministrazione comunale, non è che alla fine la Svizzera se la riprenderà dopo secoli di trattative andate a vuoto? Ai posteri l’ardua sentenza…