L'ingresso da nord alla exclave toscana di Ca' Raffaello (foto Daniele Dei)

L'ingresso da nord alla exclave toscana di Ca' Raffaello (foto Daniele Dei)

La più grande exclave interregionale italiana è Toscana in Romagna: Ca’ Raffaello

Con i suoi quindici chilometri quadrati di estensione è la exclave interregionale più grande d’Italia. Ca’ Raffaello, che fino al 2009 era un territorio della Toscana immerso nelle Marche, da allora è una ‘isola’ amministrative dentro la Romagna, più precisamente provincia di Arezzo dentro Rimini. Un luogo stranissimo, a soli 50 chilometri dall’Adriatico ma in Toscana. “Siamo aretini, ma circondati dalla Romagna, è sempre stato così”, spiega Umberto, un simpatico signore che, assieme a circa 200 persone, vive questa condizione di ‘toscano al di fuori della Toscana’.

Quel ‘è sempre stato così in realtà’ si ferma nella storia nell’anno 1607, quando i Gonzaga di Novellara vendettero questo territorio al Granduca di Toscana Ferdinando I. Da allora i confini non sono più cambiati, nemmeno nel passaggio all’Unità d’Italia. Una vera e propria anomalia in una striscia di terra in mezzo alla Val Marecchia. Oltre a Ca’ Raffaello ci sono altri piccolissimi abitati come Cicognaia e Santa Sofia, di pochissime case. C’è un solo negozio in tutta l’exclave e per fare la spesa tocca per forza sconfinare in Romagna a Molino di Bascio, come racconta sempre Umberto. Prima qui c’era un bar assieme a qualche altra piccola attività economica.

Strano, perché di qua, specie in estate, passano moltissimi motociclisti e la statale è uno snodo cruciale per chi vuol raggiungere la Riviera Romagnola, le alture del Montefeltro o la Repubblica di San Marino. Sarebbe bello un giorno rivedere qua un locale ‘di passaggio’, come se ne vedono tanti ai passi di confine.

È molto strano infatti arrivare da Pennabilli o Novafeltria, trovarsi il cartello ‘Toscana’, per poi rientrare dopo qualche chilometro di nuovo in ‘Emilia Romagna e infine, sempre dopo qualche chilometro, essere ancora in Toscana, stavolta dentro i suoi confini canonici.

C’è stato persino un sindaco a Badia Tedalda, il municipio di cui Ca’ Raffaello è frazione, che scrisse negli anni scorsi al Corriere di Arezzo chiedendo di inserire la exclave sul logo del giornale, che la ignorava. Ca’ Raffaello è balzato nelle cronache nazionali nel 2014 perché fu teatro della sparizione di Guerrina Piscaglia, caso seguito dai media da un punto di vista giudiziario visto che nella vicenda figurava la presenza tra i sospettati di un religioso africano, Padre Gratien.

Per il resto non possiamo che dire di essere in un tranquillo paese lontano anni luce dal caos delle grandi città, in mezzo alle alture affascinanti della Val Marecchia. Una curiosità che valeva di essere raccontata anche con un video che trovate qui sotto e sul nostro canale Youtube, a cui ha collaborato il nostro Ivan Marchisio.

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